La letteratura è arte libera e indipendente secondo il Foscolo

Commentiamo la frase di Ugo Foscolo: la letteratura è arte liberalissima e indipendente, e quando è venale non val più nulla. Ugo Foscolo, poeta, scrittore e intellettuale italiano, fu un grande sostenitore dell’arte letteraria come forma d’espressione liberale e indipendente. Egli credeva che la letteratura fosse un’arte che doveva essere al servizio della verità, della bellezza e della libertà, e che non doveva mai essere limitata da interessi esterni, come quelli economici o politici. Nella sua celebre frase, Foscolo afferma che la letteratura è un’arte “liberalissima e indipendente”, perché è libera di esprimere qualsiasi tipo di pensiero, emozione o idea, senza dover subire alcun tipo di censura o di controllo esterno. La letteratura, per Foscolo, è un mezzo di comunicazione che permette di esprimere liberamente la propria creatività e di raccontare le storie e le esperienze dell’uomo, senza dover subire alcuna forma di condizionamento.

Ma, secondo Foscolo, c’è un limite alla libertà della letteratura: quando essa diventa “venale”, ossia quando è subordinata a interessi economici o commerciali, allora la letteratura perde il suo valore e la sua dignità. Quando l’arte letteraria è ridotta a un mero strumento di guadagno o di propaganda, allora non è più in grado di rappresentare la realtà in modo oggettivo e sincero, e diventa una forma di manipolazione e di controllo. Foscolo non era contrario alla commercializzazione della letteratura, ma riteneva che essa dovesse avvenire in modo equilibrato, senza compromettere la libertà e l’indipendenza dell’artista. Secondo lui, l’arte letteraria doveva essere “pubblica” e “sociale”, cioè aperta a tutti e in grado di suscitare emozioni e riflessioni nelle persone, ma non a discapito della creatività e dell’autenticità dell’artista.

La letteratura è arte libera e indipendente, pur se al servizio di qualcuno

La frase di Foscolo sottolinea l’importanza dell’indipendenza e della libertà nella letteratura, e ci invita a valorizzare la creatività e l’autenticità degli artisti letterari al di sopra di qualsiasi interesse commerciale. La letteratura deve essere libera di esprimere la verità e la bellezza senza subire alcun tipo di condizionamento, e solo così potrà essere un mezzo di conoscenza e di crescita per l’uomo. Quando la letteratura diventa “venale” o mercenaria, ossia quando l’artista scrive solo per guadagnare denaro o per accontentare un pubblico di massa senza riguardo per la propria creatività e indipendenza, perde il suo valore. La letteratura diventa allora uno strumento di manipolazione e di controllo, incapace di raggiungere i suoi fini più elevati, come la promozione della conoscenza, la riflessione sulla condizione umana e l’arricchimento dell’esperienza umana.
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