Lasciare l’Atleta di Lisippo al Getty Museum sembra essere una provocazione, ma potrebbe essere l’inizio di una strategia più ampia per favorire il turismo e la cultura italiana. I maggiori musei italiani, così come i Musei Vaticani, sono strapieni di magazzini con materiale artistico e archeologico inutilizzato. Bisognerebbe fare in maniera di esporre questo materiale in altre nazioni. Un solo museo in Europa che espone materiale precedente alla unificazione d’Italia, produce un movimento di turisti verso l’Italia di oltre 500.000 persone l’anno. Dovremmo quindi percorrere la strada di iniziare ad esporre le nostre eccellenze storiche, artistiche, ma anche manufatturiere, in diversi paesi del mondo. Ma come potrebbe avvenire questo?
Mostre permanenti all’estero gestite dai consolati italiani
I Consolati italiani all’estero potrebbero giuridicamente aprire delle mostre permanenti che espongano la storia, l’arte e la manifattura italiana. Si tratta di un processo complesso e che vedrebbe necessariamente la collaborazione delle autorità diplomatiche italiane all’estero, oltre che delle autorità museali italiane che conoscono i beni accumulati nei nostri depositi nazionali. Quindi un equipe apposita che possa fare da tramite tra queste due realtà. Ma vi sarebbe anche da risolvere un problema di carattere economico, perché la creazione e il mantenimento di questo tipo di struttura sarebbe realmente oneroso. Ma per quanto riguarda la creazione, oggi si potrebbe fare affidamento su piattaforme che raccolgano contributi volontari per questo tipo di iniziativa. Quindi un adeguata pianificazione di marketing per lo sviluppo delle mostre permanenti all’estero gestite dai consolati italiani. Ma per questo tipo di progetto evidentemente si ha bisogno di tempo. Dunque quali altre possibilità ci sono perché questo avvenga?
Maggiori opportunità di vedere le bellezze italiane presso i musei esteri
Un altro sistema per permettere l’espansione della storia, dell’arte e della manifattura italiana, è sviluppare rapporti di collaborazione con musei stranieri. Questo approccio avrebbe dei tempi sicuramente inferiori rispetto alle mostre permanenti all’estero gestite dai consolati italiani. Questo permetterebbe inoltre di poter iniziare a realizzare delle reali opportunità di frazionamento della enorme quantità di beni materiali che abbiamo in Italia. Frazionare cioè l’informazione specificando i punti di interesse di Zone territoriali delimitate, oppure realizzare una informazione per argomenti. La Roma dei Papi per esempio non è la stessa della Roma Imperiale. La Sicilia Orientale è una zona territoriale che può essere frazionata in diverse epoche storiche: Siracusa, la Val di Noto, Taormina, Piazza Armerina, Catania e la Riviera dei Ciclopi; ma anche l’Etna. Abbiamo portato un esempio che può essere ripetuto in tutta Italia. Perché ogni zona d’Italia ha valori straordinari.
Lasciare l’Atleta di Lisippo al Getty Museum come apripista di una nuova strategia di diffusione della cultura italiana nel mondo
Un’ultima considerazione da dover fare, e l’opportunità di iniziare collaborazioni con aziende internazionali che potrebbero avere un processo di auto qualificazione attraverso la proposta di mostre permanenti a loro affidate. Immaginate grandi marche di beni di consumo immediati, che tipo di ritorno avrebbero in termini di immagine se creassero una mostra permanente in collaborazione con strutture museali italiane. Immaginate Museo… il nome della marca, per l’arte rinascimentale oppure per L’Antica Roma. Ne beneficerebbero le marche che contribuiscono alla diffusione della cultura e della storia, ne beneficerebbero evidentemente anche i fruitori di questa iniziativa. Ma ne beneficerebbe soprattutto l’Italia che metterebbe così a reddito tante cose chiuse negli scantinati museali italiani. Dobbiamo necessariamente fare in modo che si possa espandere la cultura italiana nel mondo. Tutto ciò può avvenire con un progetto dettagliato e modificabile in corso d’opera.
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