Picchiata verso il basso del trasporto marittimo a seguito dei dazi di Trump

Negli ultimi giorni si è registrata una significativa riduzione delle tariffe legate al trasporto oceanico. Un elemento che ha certamente contribuito a questo fenomeno è la politica dei dazi commerciali introdotti durante l’inizio dell’amministrazione Trump, la quale ha ridisegnato molti equilibri nei rapporti internazionali. L’intento di proteggere l’economia nazionale ha innescato una serie di effetti a catena che ora si riflettono anche nel settore logistico e del commercio globale.
Va comunque riconosciuto che per anni il trasporto marittimo e gli operatori legati all’import-export hanno beneficiato di profitti molto elevati. In particolare, molte aziende hanno saputo approfittare delle forti disparità economiche tra i diversi paesi, comprando a prezzi stracciati in aree del mondo dove la manodopera è a basso costo e rivendendo a prezzi ben più alti nei mercati più ricchi.

Purtroppo, questo meccanismo ha spesso alimentato pratiche poco etiche: alcune imprese si sono arricchite sfruttando lavoratori in paesi privi di tutela adeguata, sia sul piano dei diritti umani che della salvaguardia ambientale. In tali contesti, il lavoro viene pagato pochissimo e svolto in condizioni spesso disumane, mentre i costi ambientali vengono ignorati o deliberatamente trascurati.
Il commercio internazionale può essere un motore positivo per lo sviluppo globale, ma solo una condizione che venga regolato da norme condivise, che garantiscano pari condizioni di produzione e rispetto dei diritti fondamentali in ogni paese coinvolto. In assenza di regole comuni, si crea un sistema profondamente squilibrato, che premia chi abbassa di più i propri standard sociali ed ecologici.

Picchiata verso il basso del trasporto marittimo

Se oggi i costi per il trasporto marittimo stanno diminuendo in modo marcato, forse è anche perché in passato erano gonfiati oltre misura, generando guadagni sproporzionati per alcuni attori del sistema. Questo momento di crisi o trasformazione dovrebbe essere colto come un’occasione per rivedere le regole del gioco.
Serve un ripensamento radicale, altrimenti rischiamo di rafforzare economicamente — e di conseguenza anche militarmente — paesi privi di democrazia, dove i diritti civili sono sistematicamente violati e gli oppositori politici vengono incarcerati. Il futuro del commercio globale non può prescindere da una visione etica e sostenibile, che metta al centro la giustizia sociale e il rispetto della dignità umana.
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