Inquinamento culturale stalinista della sinistra italiana

L’espressione Inquinamento culturale stalinista della sinistra si riferisce al periodo degli anni ’60 in cui alcuni settori dell’intellighenzia, in particolare nelle istituzioni accademiche come la Sorbona di Parigi, subirono l’influenza delle ideologie staliniste. Durante questo periodo, vi fu un’adesione o un’attrazione verso le idee e le pratiche associate al regime di Stalin in Unione Sovietica. Ciò incluse la difesa o l’apologia degli atti compiuti dal regime stalinista, la promozione del marxismo-leninismo con una interpretazione più rigida e dogmatica, e la repressione o la censura delle voci critiche nei confronti di tali ideologie.

Nella Sorbona e in altre istituzioni accademiche, questo fenomeno potrebbe essersi manifestato attraverso la presenza di docenti o intellettuali che sostenevano le politiche staliniste, il silenziamento delle opinioni divergenti tacciate di Fascismo e una certa pressione affinché gli studenti aderissero a ideali politici specifici. Questo tipo di influenze ideologiche all’interno delle istituzioni accademiche può avere avuto un impatto sulla libertà di pensiero, sul dibattito intellettuale e sulla varietà delle prospettive accademiche. Tuttavia, è importante notare che non tutte le istituzioni o individui erano necessariamente influenzati in questo modo, e c’era anche una grande varietà di posizioni e opinioni all’interno del mondo accademico francese durante quegli anni.

Inquinamento culturale stalinista della sinistra italiana

La sinistra italiana odierna, continua a utilizzare l’inquinamento culturale stalinista nella convinzione che possa attecchire su determinate categorie di persone. Effettivamente  ciò è vero, perché in questa maniera giovani generazioni si creano una opinione politica, che difficilmente negheranno da adulti. Vi sono però delle notevoli differenze rispetto a quello che fu l’inquinamento culturale sta rivista del 68. La prima differenza è che oggi vengono portate avanti delle battaglie civili, che riguardano esigue parte di popolazione, mentre sono state completamente abbandonate le battaglie sociali che dovrebbero essere della sinistra. Perché le battaglie sociali appaiono poco convincenti per l’aria moderata degli elettori. Non perché queste battaglie non abbiano dei valori, ma perché non sono state portate avanti dai precedenti Governi della sinistra. L’esempio più eclatante è quello del salario minimo, tirato fuori adesso come un coniglio dal cilindro di un mago, senza essere stato precedentemente trattato dalla sinistra italiana.

Parlare male di tutto e su tutto non aumenta il consenso

Un altro aspetto da dover tenere in considerazione, riferendoci a questa tecnica dell’inquinamento culturale stalinista, è il fatto che non avvicina menti mature a questo parlare sempre e comunque male dell’altrui fare. Questo ha fatto sì che si siano create due sinistre in contrapposizione tra loro, con atteggiamenti aggressivi verso la destra e i moderati. Mentre la sinistra moderata in questo momento preferisce stare in secondo piano, nel vedere gli sviluppi della situazione a sinistra. Anche perché questa sinistra moderata si è probabilmente fatta l’idea che non è facile scalzare una leader così determinata come è il Presidente Meloni. Quindi al momento, sembra faccia comodo a tutti una sinistra senza proposte che abbaia ma non morde.
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